martedì 14 febbraio 2017

SESSA AURUNCA - L'assemblea del Pd chiede a Sasso di non mollare e lo sollecita ad un ultimo confronto con i dissidenti


SESSA AURUNCA (Matilde Crolla) – L’assemblea del Partito democratico chiede al sindaco dimissionario, Silvio Sasso, di non mollare. 
Tutto il partito, ieri sera riunitosi per discutere dell’incontro avuto tra il primo cittadino e i consiglieri ‘dissidenti’, all’unanimità ha ribadito il suo sostegno a Sasso, sollecitando nello stesso tempo a provare ancora ad intavolare un ragionamento con i consiglieri firmatari della mozione di sfiducia. 
Dunque, non ci sarà nessun muro contro muro da parte del sindaco Sasso rispetto alle proposte dei dissidenti fanno sapere dall’assemblea del Partito democratico. Il sindaco Sasso ieri sera, in un primo momento sfiduciato dalla fumata nera dell’incontro con i dissidenti, si è poi caricato di energia dopo aver incontrato i suoi sostenitori. 
Bisogna provare il tutto per tutto, è emerso dall’assemblea del Pd. Dunque, trovare sì una linea comune con i consiglieri firmatari della sfiducia, ma nello stesso tempo mantenere anche i rapporti e gli equilibri con gli altri consiglieri comunali, quei cinque che fino ad ora hanno continuato a stare al fianco del sindaco. 
Dunque, nei prossimi giorni, prima della fatidica data del 21 febbraio, sicuramente ci saranno ulteriori confronti nel corso dei quali Silvio Sasso si mostrerà disponibile rispetto alle proposte dei ‘dissidenti’, ma un dato pare essere chiaro: non si potrà pretendere tutto, non considerando l’altra parte del Pd. La fascia tricolore sembrerebbe pronta ad azzerare la giunta o comunque a procedere con un rimpasto, ma dovrà essere anche bravo a non stravolgere gli equilibri nella distribuzione delle ‘caselle’ con gli altri consiglieri comunali, che al momento in maniera ufficiale non hanno rivendicato nulla. Dunque, l’assemblea del Pd ha dato mandato a Sasso di chiudere le trattative. 
Ma come si suol dire chi troppo vuole nulla stringe. Dunque, se i consiglieri dissidenti non faranno a loro volta un passo indietro molto probabilmente si getterà la spugna. La difficoltà pare essere proprio la presidenza del consiglio comunale, nomina che scaturisce da una votazione in seno all’assise.