mercoledì 14 giugno 2017

CELLOLE - Conclusa con successo la mostra di Sorrentino e Merenda, la biblioteca comunale trasformata in una galleria d'arte contemporanea


CELLOLE (Matilde Crolla) - Si è conclusa con successo la mostra d'arte 'Espressioni cromatiche' tenutasi lo scorso weekend nella biblioteca comunale di piazza Compasso a Cellole. Il vernissage a quattro mani ha riguardato le opere pittoriche degli artisti Pasquale Sorrentino e Domenico Merenda. L'evento è stato fortemente voluto dall'assessore alla Cultura del Comune di Cellole, Alexia Russo, che ha dichiarato: "Quando ho saputo che i due artisti stavano allestendo nel nostro territorio una mostra di pittura come questa non ho potuto fare a meno di coinvolgerli anche a Cellole. Come ho detto in più volte, ben vengano manifestazioni come queste. Ogni occasione per portare la cultura sul nostro territorio è un'occasione buona". Le opere di Sorrentino e di Merenda sono molto diverse tra di loro, eppure non si può fare a meno di apprezzarle e restare incantati davanti ad esse. Nelle opere di Merenda è il cromatismo a farla da padrone. In ogni sua tela i colori freddi si intrecciano con quelli caldi e tra gli schizzi spontanei dell'artista emerge quasi sempre la figura femminile. La donna sciantosa della belle époque. Sono i colori del sud, della sua terra a primeggiare, a rappresentare il tema principale delle sue opere. "Io non disegno. Mi metto davanti alla tela vuota e inizio a riempirla di colori senza programmare quello che verrà fuori - afferma Merenda-. É la mia anima che viene fuori". Diverso, invece, l'espressionismo di Sorrentino. Le sue opere sono ricche di un messaggio esistenzialista in cui è l'uomo il protagonista, colto nelle sue varie sfaccettature. L'uomo intrappolato nella rete della tecnologia che lo ha reso schiavo ed imbruttito, quasi avesse subito un'involuzione e fosse ritornato scimmia. L'uomo vittima delle sue emozioni, legato ai fili del bene e del male che si intersecano. L'uomo che vuole prevalere sull'altro e gli sale sulla testa calpestandolo pur di emergere. Interessante anche quella del politico rappresentato come un pagliaccio che quasi abbandona come uno straccio la fascia tricolore mettendo quasi sotto i piedi il suo ruolo istituzionale.